martedì 23 agosto 2011

Autista, bussola dietro!


Sono ormai 7 anni che prendo l'autobus 9 mesi su 12 e anche più volte al giorno (se una persona deve fare schifo che lo faccia bene almeno!) e posso dire che ne ho viste tante di tipi di passeggeri.
Oggi vorrei sfogarmi un po' con voi per vedere se effettivamente ne capisco qualcosa oppure posso darmi una martellata in testa (Parliamo di 7 anni d'autobus mica caramelle! Secondo me sono paragonabili a tutte le stagioni di Beautiful)
I miei preferiti sono i tamarri. Purtroppo questi bipedi dalla camminata sbilenca sono convinti che il pianeta sul quale viviamo sia un'eterna discoteca di borgata. Insomma per farla breve la musica ci deve essere sempre e comunque, perché altrimenti dove andiamo? Ma si potrà mai riposare il loro povero timpano? Ovviamente no, perché loro “la discoteca ce l'hanno nell'animo capito? E tu non capisci un cazzo!”
Questa tipologia predilige i posti dietro in modo da poter vedere quello che fanno tutti no? E attacca il cellulare che deve sempre essere accompagnato da una mano che copre la cassa in modo da amplificare il suono in maniera primitiva (leggasi la nota sullo schifo a primo rigo)
Ora il fatto non sta nella canzone stessa, ma nel rumore. Si perché loro sono più perseveranti dei Testimoni di Geova eh? Non mettono la musica perché a loro piace, ma la fanno ascoltare a tutte le altre persone su quel maledetto autobus! È una sorta di conversione passiva capisci? Loro mettono la musica convinti che a te dopo un po' piace, perché “quella è musica!”. Infatti (e vi prego di fare attenzione se mai vi ritroviate in una situazione del genere) se la canzone sfortunatamente si dovesse sentire piano loro la cambiano al volo, così senza pensarci un attimo!
Poi ci sono i rompipalle. Questi li odi con tutto il cuore perché loro a differenza di tutte le persone con un minimo di buonsenso amano prendere l'autobus. Salgono con un sorriso a 64 denti così sgargiante che quello della Mentadent non può fare altro che andare in bagno e piangere fiumi di lacrime ascoltando canzoni di Laura Pausini.
Sono allegri e spensierati (anche perché spesso e volentieri a questa categoria appartengono le persone che non fanno un cazzo tutto il giorno), salutano l'autista che conoscono come un fratello, stretta di mano, bacio smuack smuack (vi giuro che una volta vidi un signore offrire con la forza un cornetto all'autista) e cominciano a parlare con la prima persona che vedono, si anche se non la conoscono perché l'autobus “è anche un modo per socializzare”. Ma vaffanculo invece di rompermi le palle alle 7 del mattino con i tuoi racconti sulla famiglia, se vuoi socializzare con qualcuno guardati allo specchio e parla, tanto non lo capiresti che sei tu!
Insomma e questi parlano, parlano e tu fai finta di ascoltarli mentre il sonno ti arriva proprio dall'intestino e loro sputano sentenze sul tempo, sulla politica, sulla figlia di Tizio che a 16 anni si è fatta mettere incinta da Caio, e tu non puoi fare altro che annuire perché la tua educazione te lo impone (era meglio restare uomini delle caverne in questo caso). E loro sono contenti, specialmente se tu stai facendo qualcosa e ti interrompono perché dai “due chiacchiere e il tempo passa subito”.
Eccola la terza categoria: i solitari. Coraggiosi, forti e convinti della loro decisione, appena saliti sull'autobus estraggono le loro armi e cominciano a leggere imperterriti dei rumori, dei movimenti del mezzo, delle due categorie che ho “felicemente” descritto prima. Quelli che leggono sinceramente mi fanno morire (che poi solo a me fa venire una nausea stratosferica leggere in macchina?). Vuoi che la strada è piena di fossi e dossi? A loro frega poco perché DEVONO leggere hai capito? Altrimenti potrebbero morire. E quindi tremolanti cercano di mantenere lo sguardo fisso sulla riga mentre la loro testa va in qualsiasi direzione possibile e immaginabile facendoli a somigliare a quei giocattolini che si mettono sul cruscotto. Altri invece ascoltano la musica (variante auricolari però!) entrando nel loro fantastico mondo e tu puoi morire dalla puzza di sudore mentre cerchi di chiedere loro se per caritàdiddio potessero prenotare la fermata (cosa che non funziona perché è risaputo che qualsiasi pulsante di un autobus non funziona fatta eccezione dei comandi dell'autista). Che poi certe volte mi piacerebbe avere il braccio allungabile non per prenotare io stesso la fermata ma per riempirli di schiaffi tanto che gli auricolari facessero capolino dal naso. Meravigliose le persone che invece di guardare tutto questo, sull'autobus si addormentano. Come me.

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