venerdì 14 ottobre 2011

Le Radici

Tutti, chi più chi meno, abbiamo un percorso di crescita che ci porta a spesso e volentieri a stravolgere completamente noi stessi no? Crescere molte volte vuol dire modificare i nostri punti di vista ampliandoli eccetera eccetera. Almeno un percorso di crescita lo auguro a tutti eh? Altrimenti, senza crescita, non si possono apprezzare le caratteristiche della vita, sia belle che brutte.
Ecco tornando al punto, quello che mi domandavo era: il cambiamento può/deve farci dimenticare quello che eravamo prima?
Ci sono persone (ormai sempre più poche per quello che penso io) che veramente partono dal basso della società e riescono ad arrivare alla vetta esclusivamente con le loro forze, buttando sangue su sangue per guadagnarsi quello che merita. E questa tipologia di persone ha il mio massimo rispetto, cioè ti fai un mazzo quanto una casa per trent'anni e ottieni quello che hai sempre desiderato, e giustamente guai a chi te lo tocca. Eh ma quello che eri prima? Perché c'è gente che si realizza nella vita e manda tutta la sua umiltà a puttane eh!
Dei scesi in terra a giudicare persone che hanno la stessa determinazione che avevi tu, ma che il destino non ha premiato. Lo so mi sto soffermando di più sul campo lavorativo, ma di questo voglio parlare.
Tu che provieni da una famiglia umile, che si è spaccata la schiena sui campi per farti studiare, e in quei campi ci hai lavorato pure tu eh! Ricordatele certe cose, non le mettere nel cruscotto della BMW che ti sei appena comprato, come fai a dimenticare quello che è il tuo passato, la tua storia, le tue radici!
Ma io fossi tuo padre ti prenderei a colpi di girello sulla schiena.
Quello che siamo è importante, lo è altrettanto quello che saremo, ma quello che eravamo lo è ancora di più. Le nostre esperienze accompagnate dai nostri sbagli, sono la nostra base e senza una base non si può costruire nulla.
Le radici ci tengono attaccati al mondo e proprio come per le piante, ci permettono di nutrirci e crescere.

lunedì 26 settembre 2011

Facebook non cambia


Ho riattivato il profilo facebook dopo 3 mesi, da quanto? Due giorni? Bene e ora lo voglio disattivare di nuovo senza pensarci due volte.
Tralasciando il motivo per cui l'ho riattivato che mi lascia un bel po' perplesso...Va bene ve lo racconto.
Praticamente ho riaperto il profilo per iscrivermi a gruppi della mia facoltà universitaria in modo da avere più notizie possibili visto che il sito dell'università non viene cagato manco dagli spammer delle finte vincite di iPad/iPhone eccetera eccetera.
Così ho detto dai vediamo se ci sono novità (Nella mia vecchia facoltà io stesso avevo aperto un gruppo dove mettevo tutte le news e devo dire che il gruppo era abbastanza attivo), ma mi sbagliavo miseramente perché ormai quella cosa lì è al 90% pieno di merda. E per “cosa lì” intendo proprio facebook.
Dopo due microsecondi che avevo eseguito l'accesso, ho letto 3-4 link amorosi con titoli del tipo:
Sensa di me riesci a vivere, ma io sensa di te non riesco a respirare”
Il tempo che mi ai sottrato non sara mai uguale a quello ke abbiamo passato in sieme”
Ricordati sempre di me xke tu resterai sempre nella mia mente”
Insomma i titoli erano più o meno questi. La cosa che mi fa riflettere è che a condividere ste porcate sono miei coetanei, ragazzi che hanno più di vent'anni ma che pubblicano link da ragazzina tredicenne mestruata con l'acne, capito? Ma che esempio di società è?
Ma io se per essere “social” devo scrivere queste cose preferisco costruirmi una casetta sulla cima di una montagna e passare la vita a preparare formaggi e cantare canzoni di Mino Reitano.
Ah poi c'è da dire che su facebook ogni giorno è la giornata: contro il cancro, contro l'abbandono degli animali, contro la peste bubbonica del 1600, contro la migrazione delle papere e contro l'assegnazione dei QuestaMinchiaAwards a Justin Bieber. Quindi la gente si tiene impegnata in ste baggianate, pensando che condividere una foto in cui ci sia una povera creatura colpita da uno dei mali più orribili possa farli sembrare sensibili. Bene io direi a questa gente: Se provi dei sentimenti veri verso un bimbo che ha avuto la sfortuna di essere attaccato dal cancro, che lotta ogni giorno, non condividere una foto se poi ti fumi 20 sigarette al giorno, piuttosto smetti di fumare che a quel bimbo il cancro non è venuto per volontà tua, tu invece te lo stai causando.

giovedì 22 settembre 2011

Regalati alla scienza

Allora io non capisco perché certa gente sia libera di sparare tutte le cazzate del mondo senza che nessuno prenda provvedimenti. Avete presente quei ragazzi che il cervello l'hanno salutato (con tanto di svolazzamento di fazzoletto bianco) praticamente dopo aver spento le sei candeline? Ecco questa è gente che io donerei alla scienza. Lo dicevo stasera: Ma se usano il cervello solo per tenere calda la capoccia, ma perché non lo regalano? Non so si potrebbe ricavare un ferma carte o uno di quei centro tavola tanto carini oppure una bella tazza. Insomma sono convinto che i neuroni di questa gente siano buttati in una matrice contenente un solo tipo di sostanza codificante per argomento.
Ci sono quelli patiti di motori, che a 25 anni sono capaci di discutere coi quindicenni solo perché loro fanno alzate di livello superiore. Perché ciccio loro con l'honda sh fanno alzate che tu te le sogni ok? Ma la cosa più triste è che quegli altri (si i quindicenni, poveri loro e le loro famiglie) se la prendono come se gli avessero offeso la sorella buttana. Perché loro ormai camminano con due ruote e non sanno più come si usano i piedi, però noi comuni mortali non possiamo capire. Che poi se ne escono sempre con questa frase a cui io risponderei tranquillamente: "Oh se puoi capire tu, figurati io".
Ma non lo vedi che la gente ti prende in giro? Oh ragazzi io conosco un quasi trentenne che passe le intere giornate a parlare di calcio e quando non parla di calcio "pensa" al calcio. E il motivo per cui ho usato le virgolette su pensa è esattamente quello che pensate voi.
La cosa più divertente è che si sentono eccezionali perché sono circondati dai ragazzetti che ignari, vedono in loro un mito. Ma tutto questo ambaradam può durare un anno, perché se in un anno non fai almeno un discorso intelligente, nemmeno il gatto randagio ti seguirà più dai!
E non dimentichiamoci le battute fatte da questi tizi eh! Un livello tale di comicità che a Colorado ti sputerebbero in faccia, e possiamo affermare che a Colorado ci vanno cani e porci e su questo credo che siamo d'accordo tutti.
E niente, loro ridono emettendo un verso che è a metà tra un nitrito e un raglio facendo raccapricciare tutti i presenti, ma loro si divertono tantissimo con quella battuta su quel sasso che sembra un altro sasso (Vedi riflessione su Colorado qualche riga in su).
A me un po' di tenerezza la fanno, cosa che nemmeno i Coccolotti sono mai riusciti a fare eh! Basta che le loro battute sui sassi le facciano lontani da me.

martedì 13 settembre 2011

If I lay here...
If I just lay here... 
Would You lay with me and just forget the world? 

Pensieri sfusi

Io veramente mi chiedo come certa gente possa tranquillamente fottersene di quello che sta succedendo.
Ci stanno calpestando in maniera così palese che perfino un bambino di 5 anni, mentre gioca coi lego, se ne accorgerebbe. Eppure noi siamo ancora qui a rigirarci i pollici a sparlare sulle cazzate che dicono quelli là, si quelli là! Nemmeno li nomino perché altrimenti darei troppa importanza. Fetenti e ladri sono, solo questo. Sparano minchiate dalla mattina alla sera, seduti sulle loro poltrone comode pagate dal sangue degli operai e dei poveri cristiani. Fanno comizi su quello che ha detto Madonna quando se ne sono sempre fottuti di quello che dice un intero popolo.
E quell'altro lì, quello che predica una cosa però poi nelle sue mura se ne fa un'altra. Non ha ancora capito che qui in Italia è un ospite e che non si deve permettere di interferire nelle scelte politiche. La sua opinione può dirla senza ombra di dubbio e quante volte vuole, questo si, ma se si devono fare delle leggi non ci si può permettere di pensare anche per i suoi interessi.
E poi perché non paga le tasse? Gli piace stare in Italia? Allora sgancia vecchio! Che predichi tanto l'amore e la povertà della chiesa, ma le scarpe Prada ce le hai tu, mica io!
Che vergogna, il paese va a puttane e le persone scappano. Ma se potessi scapperei anch'io cazzo! Perché non si può più fare nulla qui. Se si accenna ad un minimo di cambiamento sti vecchi del cazzo ti bloccano all'inizio.
Ci stiamo facendo cagare in testa da dei vecchi con l'artrosi porco di un giuda! E pensare che eravamo il paese degli inventori, il paese degli artisti! E ora campiamo di reality show e di puttane in tv.

sabato 3 settembre 2011

Via del Balcone n°3


Quasi tutte le case hanno un balcone o comunque una finestra che dà su una strada; e se per caso non viviate in una casa del genere forse forse vi invidio un pochino, spiegandovi magari il perchè.
Tutto nacque nella mia testa qualche anno fa, quando cominciai a chiedermi (come fanno tutti eh, è una cosa fisiologica e fondamentale per la crescita personale e sociale di un individuo. Che ho detto?): Ma alla gente quanto piace farsi i fattacci degli altri?
Il balcone, signori, è un elemento indispensabile per chi vuole intraprendere questa strada costellata di pettegolezzi e frecciatine conservate per l'occasione. Di gente che ci spia ce n'è tanta e di tutte le specie insomma! Sia nella vita reale, sia in quella virtuale, vuoi o non vuoi qualcuno che si fa i cazzi nostri c'è. E allora, signori, (con un accento italo-tedesco degno del sommo Benny 16) vi chiedo: Ccomme zi zpiano le perzonne?
Qui nel mio vicinato ho tante fonti da cui prendere spunto che potrei tranquillamente finire di scrivere domani (Tanto non c'hai un cazzo da fare direste voi), ma per fortuna vostra mi limiterò a parlarvi di tre simpatiche signore (Con questo non voglio dire che la categoria abbia solo le donne, ma purtroppo gli impiccioni maschi qui da me vanno a lavoro e non li vedo spesso.)

Desperate Telltales 1

Il mio primo soggetto è una signora tracagnotta che abita al primo piano in un palazzo vicino al mio. Signori avete letto bene? Primo piano. La culla del pettegolezzo, il Santo Graal dello Sparlianesimo è il primo piano. Praticamente hai la strada in casa e per poco i fatti (sempre altrui eh!) con cui dipingi la tua giornata non succedono tra i tuoi muri solo perché abbiamo avuto il buon senso di inventare le porte.
Ma tornando a noi, personalmente posso dire di non aver mai visto questa donna dentro casa. Ogni volta che esco o che mi affaccio dal balcone (rare volte eh! Soffro un po' di vertigini ed abito al quinto piano fate voi) lei c'è. Sta lì sia col sole che con la pioggia, rappresenta per me una costante dell'universo ed osserva tutto! Chi passa, chi non passa, chi passa con chi, chi passa con cosa, chi passa all'indietro, di traverso, di lato, a trapezio isoscele ecc, ecc...
La cosa più bella (parolone!) è il suo sorrisetto; ti guarda come se tu stessi spacciando e i tuoi clienti fossero dei bambini di 6 anni, quando in realtà sei andato semplicemente a comprare il pane santiddio. E poi magari tu le butti un'occhiata facendole capire che non è cortese fissare la gente in quel modo e lei che fa? Se ne sbatte altamente i coglioni. L'ho detto che è una costante dell'universo.

Desperate Telltales 2

Questa signora per fortuna non abita proprio vicino da me, però passo dal suo balcone tutte le volte che esco. La particolarità di questa signora è l'acqua; la sua strada è sempre bagnata perché stende dalla mattina alla sera. Dico ma cos'hai in casa? Una squadra di rugby? Un plotone dell'esercito? Ospiti una banda di criminali? No perché è casalingamente impossibile che tu stenda a tutte le ore.
In realtà la mia teoria è che la “gentil dama” ogni qualvolta senta qualche rumore per strada, si catapulti fuori per controllare che tutto vada bene. Manco fosse Batman dico io...
Mi sono immaginato più volte la scena. A cena lei e il marito stanno mangiando normalmente (non so se ci siano i figli perché sono delle teste di cazzo e me ne fotte poco) e all'improvviso si sente un rumore in strada (fate voi: una porta che sbatte, un urlo, un allarme, il cane che improvvisa un concerto...) allora lei preoccupata perché presa alla sprovvista urla al marito: ”Presto amore, dammi la camicia!” nemmeno il tempo di finire la frase che è lei a strappare la camicia al marito (EHI! Non fatevi filmini porno!) e la butta nel lavandino inzuppandola d'acqua. Con corsa scattante si precipita sul balcone e con una “non scialanza” da fare invidia alla Carlà Bruni, stende la camicia osservando con sguardo arcigno la strada.
Ragazzi io l'ho vista stendere anche alle due di notte, quindi avrò pure il diritto di farmi queste idee!

Desperate Telltales 3

Il terzo e ultimo soggetto (urla dagli spalti!) è una signora che sta poco lontano da me. Lei è più tecnica delle altre, perché non passa la maggior parte sul balcone, ma esce ad intervalli di tempo regolari. Questi intervalli possono variare nei giorni: un'ora; mezz'ora; due ore, a seconda di come si sveglia la mattina. “Ah oggi mi sa che ogni mezz'ora butto un'occhiatina!”.
La sua scusa per uscire è sbattere con un battipanni tutto lo sbattibile: cuscini; tappeti; vestiti; lenzuola; tovaglie, avesse un gatto lo sbatterebbe pure, ne sono convinto!
E quindi lei sta lì con il battipanni e guardarsi intorno per vedere se c'è la macchina di Tizio, se Caio è rientrato da lavoro, se Sempronio ha annaffiato le piante e tante altre cose. Il divertimento sta nel vedere che, passati 15 minuti, lei è ancora lì a sbattere quel cuscino che ormai può essere usato come sottiletta per il pane, ma poco importa cazzo perché lei non ha finito di controllare! E non t'azzardare a chiamarla a casa mentre fa il suo regolare controllo perché potrebbe venire a casa tua e usarti come prossimo bersaglio del battipanni.

Avete capito come si sta? Certe volte sono grato per le mie vertigini (lievi eh!).

venerdì 26 agosto 2011

La maschera.

Ogni singola persona sulla faccia della Terra ha una doppia personalità. Ci sono persone che ne hanno molteplici e vivono vite che spesso non coincidono per niente.
Ma quando è ora di far uscire l'altra parte? Quando arriva il momento di togliersi la maschera?
Si sta meglio al buio, senza nessun rumore a interrompere l'ascolto del tuo cuore, perché è a lui che devi dare ragione, ma per quanto ci sforziamo non possiamo annullarci, non possiamo incollare sul nostro viso orrendo quella maschera che ci fa vivere serenamente con gli altri.
Solo al buio siamo noi stessi.
Ghignanti e brutti guardiamo l'oscurità e la sentiamo nostra; lei ci appartiene ed è fredda.
Alcuni ne hanno paura, altri la usano per ubriacarsi ma le persone come me ci si tuffano ogni tanto.
Le persone come me la corteggiano l'oscurità.

giovedì 25 agosto 2011

La risposta a quello che cerchi.


Ci chiediamo se valga la pena vivere semplicemente per il fatto di vivere e basta.
Ma cos'è la vita ai nostri occhi? Cosa rappresentano i secondi del presente? E quelli che verranno?
Il genere umano è dotato di giudizio, ma nonostante questo resta ancora bloccato davanti a certe domande, immobile e senza via d'uscita.
Ma allora a che scopo? Perché fidarsi della gente? Perché amare?
Visi si sovrappongono nella mente, tremolanti come onde o battiti di ciglia ed ecco che si accende l'anima.
Vivere è questo, vivere è per loro.

martedì 23 agosto 2011

Autista, bussola dietro!


Sono ormai 7 anni che prendo l'autobus 9 mesi su 12 e anche più volte al giorno (se una persona deve fare schifo che lo faccia bene almeno!) e posso dire che ne ho viste tante di tipi di passeggeri.
Oggi vorrei sfogarmi un po' con voi per vedere se effettivamente ne capisco qualcosa oppure posso darmi una martellata in testa (Parliamo di 7 anni d'autobus mica caramelle! Secondo me sono paragonabili a tutte le stagioni di Beautiful)
I miei preferiti sono i tamarri. Purtroppo questi bipedi dalla camminata sbilenca sono convinti che il pianeta sul quale viviamo sia un'eterna discoteca di borgata. Insomma per farla breve la musica ci deve essere sempre e comunque, perché altrimenti dove andiamo? Ma si potrà mai riposare il loro povero timpano? Ovviamente no, perché loro “la discoteca ce l'hanno nell'animo capito? E tu non capisci un cazzo!”
Questa tipologia predilige i posti dietro in modo da poter vedere quello che fanno tutti no? E attacca il cellulare che deve sempre essere accompagnato da una mano che copre la cassa in modo da amplificare il suono in maniera primitiva (leggasi la nota sullo schifo a primo rigo)
Ora il fatto non sta nella canzone stessa, ma nel rumore. Si perché loro sono più perseveranti dei Testimoni di Geova eh? Non mettono la musica perché a loro piace, ma la fanno ascoltare a tutte le altre persone su quel maledetto autobus! È una sorta di conversione passiva capisci? Loro mettono la musica convinti che a te dopo un po' piace, perché “quella è musica!”. Infatti (e vi prego di fare attenzione se mai vi ritroviate in una situazione del genere) se la canzone sfortunatamente si dovesse sentire piano loro la cambiano al volo, così senza pensarci un attimo!
Poi ci sono i rompipalle. Questi li odi con tutto il cuore perché loro a differenza di tutte le persone con un minimo di buonsenso amano prendere l'autobus. Salgono con un sorriso a 64 denti così sgargiante che quello della Mentadent non può fare altro che andare in bagno e piangere fiumi di lacrime ascoltando canzoni di Laura Pausini.
Sono allegri e spensierati (anche perché spesso e volentieri a questa categoria appartengono le persone che non fanno un cazzo tutto il giorno), salutano l'autista che conoscono come un fratello, stretta di mano, bacio smuack smuack (vi giuro che una volta vidi un signore offrire con la forza un cornetto all'autista) e cominciano a parlare con la prima persona che vedono, si anche se non la conoscono perché l'autobus “è anche un modo per socializzare”. Ma vaffanculo invece di rompermi le palle alle 7 del mattino con i tuoi racconti sulla famiglia, se vuoi socializzare con qualcuno guardati allo specchio e parla, tanto non lo capiresti che sei tu!
Insomma e questi parlano, parlano e tu fai finta di ascoltarli mentre il sonno ti arriva proprio dall'intestino e loro sputano sentenze sul tempo, sulla politica, sulla figlia di Tizio che a 16 anni si è fatta mettere incinta da Caio, e tu non puoi fare altro che annuire perché la tua educazione te lo impone (era meglio restare uomini delle caverne in questo caso). E loro sono contenti, specialmente se tu stai facendo qualcosa e ti interrompono perché dai “due chiacchiere e il tempo passa subito”.
Eccola la terza categoria: i solitari. Coraggiosi, forti e convinti della loro decisione, appena saliti sull'autobus estraggono le loro armi e cominciano a leggere imperterriti dei rumori, dei movimenti del mezzo, delle due categorie che ho “felicemente” descritto prima. Quelli che leggono sinceramente mi fanno morire (che poi solo a me fa venire una nausea stratosferica leggere in macchina?). Vuoi che la strada è piena di fossi e dossi? A loro frega poco perché DEVONO leggere hai capito? Altrimenti potrebbero morire. E quindi tremolanti cercano di mantenere lo sguardo fisso sulla riga mentre la loro testa va in qualsiasi direzione possibile e immaginabile facendoli a somigliare a quei giocattolini che si mettono sul cruscotto. Altri invece ascoltano la musica (variante auricolari però!) entrando nel loro fantastico mondo e tu puoi morire dalla puzza di sudore mentre cerchi di chiedere loro se per caritàdiddio potessero prenotare la fermata (cosa che non funziona perché è risaputo che qualsiasi pulsante di un autobus non funziona fatta eccezione dei comandi dell'autista). Che poi certe volte mi piacerebbe avere il braccio allungabile non per prenotare io stesso la fermata ma per riempirli di schiaffi tanto che gli auricolari facessero capolino dal naso. Meravigliose le persone che invece di guardare tutto questo, sull'autobus si addormentano. Come me.

venerdì 19 agosto 2011

Cioè non hai facebook?

È passato un po' di tempo da quando ho disattivato il mio account del merdosissimo social network qual'è Facebook.
Mi cancellai perché, parlando col cuore in mano, non ne potevo più. In questa società 2.0 (in cui secondo me il numero 2 sta ad indicare la media dei neuroni mondiali) ormai facebook per molti è diventato prezioso come l'ossigeno.
Alcune persone sono rintracciabili solo lì pur avendo un cellulare che costa quanto un rene, loro non ti rispondono perché tanto c'è facebook.
Le email? E cosa sono? Ma perché un link su facebook non me lo puoi mandare?
Allora ti ritrovi ad accettare cani e porci nella tua lista amici perché se rifiuti Tizio si incazza come una bestia ed è capace di mettere su una crociata contro di te, con tanto di messaggi privati pieni di insulti e frasette pubblicate sulla sua bacheca a mo' di polemica.
Siccome sono convinto che ognuno nella propria vita "reale" è libero di fare ciò che ritiene giusto, assumendosi le responsabilità, non vedo il motivo per il quale io debba essere vincolato su un social network.
Il secondo motivo che ha causato la mia cancellazione da fb è questo: <3
Oh Gesù Cristo ma che è una piaga d'Egitto arrivata con Trenitalia? Miliardi di cuoricini pure sulle foto dove è ovvio che sei venuta 'na merda!
Bimbiminchia dovunque che passano la loro giornata a condividere link deprimenti su quanto la vita possa essere difficile a 13 anni, cioè t'immagini?
Link sull'amore non ricambiato che ti comprare un set di coltelli su internet per tagliarti le palle. Il problema è che dietro ad una tastiera siamo tutti bravi e intelligenti.
La terza e ultima causa del mio abbandono è stata la facilità con cui la gente ti può rintracciare. Ci sono un bel po' di persone con cui personalmente non voglio avere più niente a che fare, ma facebook mi impedisce di nascondere il mio profilo perché loro sono Amici dei miei amici (vedi un po' che giri lunghi) e quindi possono rintracciarmi. Gli sms e le chiamate le posso evitare con qualche semplice applicazione per lo smartphone, ma su facebook decine di messaggi sono un po' troppi.  Che poi cazzo, se non ti rispondo la 5 volta non ti stanchi? Ma tutta questa perseveranza l'hai presa dagli omogenizzati mellin? Un po' di dignita personale suvvia. Su internet ognuno deve mantenere più rapporti possibili perché fa figo no? Ma vattene va', che se ti si scollega il cavo del monitor entri nel panico e a poco non butti in pc dal balcone convinto che sia stato impossessato da qualche essere demoniaco.
Fatto sta che ora sto molto meglio, certo sento di meno le persone intorno a me (ma sempre perché ormai oltre a facebook non sanno comunicare) ma è un piccolo prezzo da pagare per un po' di tranquillità virtuale.

giovedì 11 agosto 2011

Credo sia

bellissimo e perfetto il momento successivo al risveglio. Quello in cui il mondo è tranquillo, in cui la tua vita si annulla perché non ricordi quasi niente.
E quando apri gli occhi la tua anima si rivela per quella che è, senza veli e maschere.
Vorrei che tutto si fermasse in quel momento e se potessi scegliere la mia morte, morirei in quel fottuto momento.

lunedì 8 agosto 2011

Con convinzione

Mi andava di schiarirmi un po' le idee, così mi sono messo a scrivere.
Certo che stiamo diventando una bella società di merda eh? Che cavolo. Dicono che più si va avanti e più si migliore, che le generazioni future possono imparare dagli sbagli del passato e così via. Ma quando e dove?
Qua non stiamo imparando proprio niente, anzi probabilmente stiamo dimenticando tutto quello che la storia ci ha insegnato. Io sono più che convinto che fra qualche anno usciranno fuori delle persone convinte che sia il Sole a girare intorno alla Terra e qualche altro idiota darà loro retta senza battere ciglio.
Si perché non venite a dirmi che dopo l'olocausto non c'è stato più razzismo perché affitto un lama e vi faccio sputare in un occhio eh? (Purtroppo per me non so sputare bene, mea culpa).
Ci sono persone convinte che nemmeno ci sia stato l'olocausto quindi pensate un po', e su questo argomento non ci voglio nemmeno pensare altrimenti divento verde non per un effetto hulk, ma per la bile che mi sale fino alle adenoidi.
C'è che odio quelli convinti al 1000% (non ho sbagliato a scrivere il terzo zero, è una cosa voluta) delle proprie idee, dei propri pensieri e nessuno può metterli in discussione.
E non t'azzardare a criticarli altrimenti il minimo che ti può capitare è essere ucciso in una piazza mentre “qualcuno pensa a salvarsi la vita invece di fermare l'omicida” (come direbbe un giornalista italiano).
Personalmente mi sono sempre messo in dubbio, altrimenti che cosa miglioriamo a fare? Non ci sarebbe affatto un miglioramento no? Se l'inventore della nutella non si fosse messo lì a verificare i dosaggi e tutte le altre cose, secondo te ci sarebbero così tanti brufoli nel mondo?
Sarei curioso di vedere come sarebbe oggi il mondo se alla prima porcata marrone avesse pensato: “Si ci siamo! Ecco la fase finale del mio lavoro”. Per cortesia...
Ovviamente mi riferisco anche a tutti quelli malati di qualsiasi cosa che rispondono con un sorriso (e in aggiunta una pacca sulla spalla, ma solo se li hai fatti incazzare veramente e quella pacca sulla spalla, amico mio, è il trattenersi dallo strozzarti) ad un quesito per loro irrisolvibile.
Attenzione io ho fede eh e pure in tante cose, ma tengo sempre una visione a 360° altrimenti è la morte del pensiero, un'offesa a tutti quelli che torturano i loro neuroni per trovare una qualsivoglia risposta e sono fermamente convinto che un tuo pensiero non può portare ad una violenza su altri esseri pensanti, altrimenti dove andiamo a parare?
Bisogna anche capire che una persona fanatica se fa una cazzata non deve essere necessariamente pazza ok? Lui crede così e basta, i pazzi lasciamoli nelle loro sofferenze.
Per farvi un esempio recente un pazzo non uccide quasi 100 persone senza farsi un graffio, questa è premeditazione e lui voleva così. Ci sono persone che si fanno saltare in aria perché sono convinte che ci sia una mandria di vergini ad aspettarli, quindi non usciamocene con la storia della pazzia per favore.
L'estremismo non serve a nessuno di noi. Dopo milioni di anni l'uomo non ha ancora capito che è stupido.

martedì 19 luglio 2011

#Twitter

Quasi tutti lo conoscono sto benedetto social network e molti lo evitano (snobbandolo pure) perchè è troppo complicato per il loro cervello facebookdipendente.


Però io lo amo! Secondo me è una piattaforma che rasenta la perfezione: veloce, pratico, senza fronzoli inutili, e tante altre qualità.
Ci si mette un po' per capirlo però quando ti prende allora non ti lascia più. Un po' come il primo amore (lasciatemela scrivere sta frase, abbiate pietà).
Ormai seguo più di 400 persone su twitter e devo dire che tutti ne fanno un uso diverso.
C'è chi dedica l'account ad una causa per esempio. Seguo persone che “twittano” solo di determinate cose e nient'altro, come aforismi, proverbi, notizie di marketing ecc...
Seguo un simpatico ragazzo che traduce proverbi e modi di dire dall'inglese o dal latino allargando la cultura dei suoi followers. Che poi io amando il latino al liceo potete immaginare come mi brillano gli occhi nel leggere i suoi tweet, ma “questa è un'altra storia”.
Altri twitters che seguo con piacere sono quelle persone che si sono inventati un personaggio grazie alla loro fantasia o alla loro immagine del profilo. Ebbene si signori! Dio è su twitter e ci seguiamo a vicenda, scambiandoci qualche parola ogni tanto. Questa come dice lui è “la Chiesa 2.0” ed effettivamente mi piace molto di più di quella tradizionale. Idea geniale a mio parere e ben fatta!
Un ragazzo invece ha creato una storia intorno alle due pillole che ha scelto come profile pic, scrivendo e raccontando con phatos e suspance veramente accattivante.
Insomma c'è chi parla in prima persona, c'è chi parla in 3 persona e c'è chi parla per un topino tanto piccolo quanto carino, raccontando la sua vita e facendocela vedere da un punto di vista più tenero.
Ora vorrei parlare di coloro che hanno inventato perfino una filosofia di vita su twitter e ovviamente parlo della #Lovvotica. Tweettando consigli e modi ristilizzandoli in maniera originale hanno creato questo trend che veramente tira tantissimo.
La categoria di twitters che preferisco però è quella che si sfoga e twitta ironicamente su quello che succede intorno con occhio critico. Che poi se ci fate caso, loro possibilmente criticano pure twitter stesso, ma so che non ne potrebbero fare a meno. Mandano a fanculo tutto senza pensarci due volte e se ne fregano se magari possono offendere i tuoi principi perchè tanto è il loro twitter se ti sta bene resti altrimenti te ne vai. #eccheccazzovuoi?
Ma poi si sono creati gruppi basati su interessi comuni (musica, informatica, cazzeggio e tanto altro. Più cazzeggio in verità eh!) in cui si discute e alla fine puoi veramente imparare qualcosa che prima ti era completamente sconosciuta e pensi “Wow che figata!” e parte l'aggiunta ai preferiti a manetta proprio (come è partito il mio italiano in quest'ultima frase. Ciao caro!)
Insomma conosci persone che hanno avuto tutt'altro tipo di vita, che hanno viaggiato più di quanto potessi immaginare, che hanno combattuto per continuare a vivere e ne resti affascinato.
In questo groviglio di storie, amori, esperienze e consigli molte volte ti ritrovi a vedere le tue idee da altri punti di vista e a rifletterci su con occhio più critico, e secondo me non c'è cosa migliore.
Infine ci sono io (siamo in molti in realtà eh) che parlo un po' di me, che lancio saluti a tutti e qualche frecciatina a persone che tanto non leggeranno (manco sanno che esiste twitter, figuratevi) e che leggo, tantissimo. Mi piace vedermi come un cronista dei loro racconti.

sabato 16 luglio 2011

Esperienze Sensoriali

Ieri sera (veramente più era più notte che sera ma comunque)...Insomma verso le 2 mi è capitata una cosa strana.
Avete presente quando prima di addormentarvi sentite la stanchezza arrivare e vi abbandonate ad essa entrando piano piano nel sonno? Ecco mi stava capitando proprio questa cosa quando ho sentito un rumore sordo che piano piano diventava più forte (come un cambiamento di pressione) e poi ho visto.
Mi sono ritrovato su una strada immensa e piena di gente che camminava. Vestivano tutti in nero e in grigio con camicia bianca e molti di loro parlavano al cellulare.
Ricordo distintamente una donna davanti a me, bionda con i capelli legati in una crocchia. Camminava con una valigetta nera e sembrava agitata. Insomma era una strada che poteva benissimo appartenere ad una qualsiasi metropoli americana, ma la cosa che mi ha colpito è che non c'erano macchine. La carreggiata era completamente libera e dall'asfalto proveniva aria calda tanto che l'orizzonte era tremolante.
Successivamente sono passato ad osservare un grande grattacielo a vetri che distava pochi metri da un altro edificio ugualmente mastodontico e sulla cui cima veniva riflessa la luce del sole.
Questa volta però le macchine c'erano e le persone che occupavano il marciapiede avevano più un comportamento normale. Mentre facevo scendere lo sguardo sul grattacielo, mi sono ritrovato sulla riva di un lago.
C'era il tramonto e il cielo era cremisi, rispecchiandosi perfettamente nell'acqua, assumeva sfumature di colore giallo oro. La cosa che mi ha colpito è stata una curvatura nella costa e la presenza di pini oscillanti al vento. Però il fatto è che solo i pini nella curvatura si muovevano, tutto il resto era immobile come se il tempo si fosse fermato. Inutile dire che era uno spettacolo.
Sono “rimasto” lì 5 secondi poi ho aperto gli occhi perché avevo sentito un rumore (il camion della spazzatura che era venuto a svuotare i contenitori sotto casa -_-).
Vi giuro che non stavo dormendo però! Ero in procinto di addormentarmi ma ero ancora perfettamente cosciente e lucido. Poi non so, vuoi mettere che per ora mi sto facendo delle pippe mentali sul fatto che le menti potrebbero essere sincronizzate l'una a l'altra, che probabilmente se due persone pensassero sulla stessa lunghezza d'onda allora l'una potrebbe leggere nella mente dell'altra, ecc... Poi ho letto da qualche parte che durante il sonno che le onde celebrali si appiattiscono e si espandono e allora ho pensato e se avessi captato dei pensieri di altre persone. Ci sono rimasto sveglio un'ora su sta cosa eh, poi ha vinto il sonno.

martedì 5 luglio 2011

Qualcosa sotto la porta

“Ciao Danilo come stai? Forse non ti ricorderai affatto di me, ma ci conosciamo da sempre.
Ti scrivo questa lettera perché sono abbastanza incazzata con te. Non mi dai un minimo d'attenzione nonostante io ci sia sempre per te!
Ci sono stata quando a sei anni stavi morendo su quel letto d'ospedale sai? Purtroppo dei medici incompetenti ti curavano male, anche se il verbo curare non è proprio corretto da scrivere visto che a poco a poco ti andavi spegnendo.
Mi ricordo che i tuoi genitori cercavano di farti camminare, ma tu ormai non riuscivi a muovere nemmeno gli occhi che erano diventati ciechi, privi di vita come le orecchie che non percepivano nemmeno il più forte dei rumori.
Pensavi di essere solo quella notte in ospedale, quando non riuscivi a smettere di vomitare e gli infermieri ti guardavano sdegnati dall'uscio della porta mentre tu tra un conato e l'altro pensavi “Ma dov'è la mamma?”. Io c'ero.
E poi finalmente riuscirono a capire illuminati da non so cosa, che la tua non poteva essere una semplice varicella. E allora ti curarono dopo un mese d'inferno e ti permisero di tornare a casa, anche se dopo 2 settimane ci tornasti in quell'ospedale per una ricaduta. Ormai il danno era fatto sai? Ti avevano distrutto il sistema immunitario. E ricordo bene le tue urla nei due anni successivi quando due volte al giorno dovevi fare quelle fastidiose punture per evitare che ogni raffreddore non si trasformasse in qualcosa di peggio. Ma tu, giustamente mi viene da pensare, non mi vedevi.
E non sai quanto ho pregato affinché tutto questo tu lo potessi dimenticare, e per fortuna è stato così. Anche se quando entri in quello stesso ospedale lo vedo che hai dei brividi. Pensi che non me ne sia accorta?
C'ero anche quando è nata tua sorella e non potevi stare fermo dalla gioia. Nove anni da solo e finalmente avevi una compagnia in casa.
L'hai cresciuta tu e ormai è una bella signorina, vanne fiero.
Ah e ti ricordi quando quella volta ti mettesti contro i professori in seconda media? Per il semplice fatto che tu abbia dato risposta ad una domanda che vi fece la prof di matematica: “Ma perché coi vostri genitori siete tanto bravi e qui sembrate dei porci?”
Tu lo sapevi che eravate un po' discoli, ma quella parola l'hai sempre odiata. Porci, bestie...ma come si permette?
“Perché i nostri genitori possono picchiarci, lei invece se ci prova viene licenziata”. Hai detto proprio così tra i tuoi compagni che tenevano la bocca chiusa per paura di prendersi un'insufficienza nel prossimo compito. I prof la presero sul personale e tu rimanesti solo, perché tu avevi risposto alla professoressa e “se vedono che socializziamo con te se la possono prendere pure con noi”. Due anni di merda sono stati, lo so. La scuola andava male perché ormai quella prof ti aveva messo tutti gli insegnanti contro e ti aveva fatto passare per una persona disturbata, dall'altra parte non avevi amici. Ma ti prendesti una piccola rivincita all'esame di matematica, quando la prof vedendoti consegnare il foglio bianco ti chiese spiegazioni e tu davanti al presidente esterno le dicesti: Non ci ha insegnato niente per 3 anni come pretende che io scriva qualcosa su quel compito. Ah soddisfazione, temevi la bocciatura ma ce l'hai fatta!
C'ero anche quando sei cresciuto, forte nei tuoi ideali e principi. C'ero al liceo e ho visto quanto ti piaceva la tua vita lì, con delle persone che ti volevano e vogliono tutt'ora un bene dell'anima.
“Signor Inchiappa se suo figlio cambia sezione, io che vado ad insegnare in quella classe?” disse questo a tuo padre la tua prof di biologia, quando le disse che volevi cambiare classe. Ne eri orgoglioso no?
E c'ero pure quando poco tempo fa quando lasciasti l'università amareggiato e sconfitto, cercando di capire cosa volessi fare nella vita.
Eppure non mi hai mai degnata di uno sguardo, MAI! Hai la mente da scienziato tu e credi solo a quello che vedi, esamini e rielabori i tuoi dati. Ma visto che io ci sono sempre stata per te che ne diresti di darmi un po' di pace e di occuparti un po' di me? Ti prego.
Sempre tua...
la tua Anima.”

sabato 2 luglio 2011

Riunioni familiari.

Sarà capitato anche a voi ( di avere una musica in testa ♫)...No.
Dicevo vi sarà capitato di essere stati risucchiati nelle immense riunioni familiari, quelle in cui se resisti la prima mezz'ora puoi considerarti un po' come Highlander. Parenti di tutti i tipi: zii, cugini, nonni, nipoti, fratelli, persone che non hai mai conosciuto. Si perché alla fine è così: in tutte le riunioni di famiglia c'è sempre qualcuno che non conosci e che la sua prima apparizione ti fa scaturire nella testa questa frase che ci accomuna un po' tutti: “E questo chi minchia è?”
Alla fine si viene a scoprire che è il nipote del marito della zia Carla dalla parte di mammà. E cercano pure di farti ricordare quella remota prima comunione del cugino di terzo grado Dario in cui siamo andati a mangiare in quel ristorante (“Bellissimo! Con terrazza sul mare e ti ricordi com'era buono il primo?” Ma che ne so! Posso mai ricordarmi cosa ho mangiato una domenica di 16 anni fa in cui avevo 5 anni? Mi sopravvaluti cara) in cui c'era pure il nipote della zia Carla e avete giocato a nascondino! Oh ragazzi a NASCONDINO! E sti cazzi! Cioè come puoi non ricordare? Obiettivamente, dai...
Insomma sono ore in cui fai un sorriso forzato cercando di interessarti a qualsiasi cosa ti venga detta (“Mh mh, ma veramente? Oh, già.”) da qualsiasi persona presente in quella stanza, e ti guardi intorno cercando magari qualcuno che può salvarti da quella situazione, ma ahimè sei ingolfato fino al collo. A me sinceramente capita di guardare verso il soffitto, come se stessi affogando e lì ci fosse la botola di salvataggio che non si apre, tipo scena dei film si.
E poi succede quella cosa, si proprio quella. Appena hai un momento in cui sei veramente te stesso e la tua faccia si trasforma in un quadro pieno di agonia, arriva qualcuno che col suo radar segreto ha captato e ti chiede: “Ma che hai? Stai male?” e puntualmente la TUA madre o la TUA nonna (traditrici!) si cimenta a raccontare la liste delle cose che ti sono andate più storte in quel periodo, lasciandoti imbambolato con la faccia da triglia fritta e negandoti la possibilità di poter dire qualcosa all'infuori di: “Ma no...cioè veramente...”
Che io poi queste situazioni non le tollero proprio! Al massimo resisto a Natale (le altre feste me le faccio con chi decido io insomma!), ma perché ho tutto un anno per meditare e prepararmi all'evento, per controllare la respirazione e per modellare un mondo immaginario (Pokemon! Pokemon! Pokemon!) da usare in casi di estrema emergenza, tipo quando il cugino ti racconta perché si è lasciato con Tizia. Ma a quelle giornate in famiglia fatte così alla cazzo di cane, non posso non ribellarmi! (Per cazzo di cane vedi: estate; sabati; ecc...)
Bene io domani avrò una giornata del genere, piena di queste situazioni e tra l'altro sarò pure in campagna, quindi non avrò la possibilità di scapparmene e uscire in paese. Che belle cose...
Auguratemi buona fortuna.

lunedì 27 giugno 2011

Quando senti che qualcosa non va.

Il professore stronzo che ti sorride mentre ti boccia. “Non ne sai abbastanza, ritenta”.
Al primo tentativo non lo supera nessuno dai. Ne seguiranno altre 3 e non lo sai, quindi vai avanti perdendo ancora più tempo.
Basta ho chiuso con l'università! Mi ha stancato. È piena di leccalulo senza spina dorsale.
Voglio un lavoro per adesso, mettere da parte qualche soldo. Anche solo per fare esperienza.
“G. mi ha detto che devi mandargli il curriculum entro stasera, sbrigati a scriverlo.”
Quindi avrei comunque un contratto G.? “Si...si”
“La chiamavamo per un colloquio conoscitivo”. Ok ci sarò.
Pronto sono Danilo di 4u servizi la chiamo da parte di mediaset premium...”Coglione non puoi chiamare a quest'ora”.
Oggi mi sono preso 4 ore di offese e parolacce. Basta non ce la faccio me ne vado.
Sai voglio provare i test per scienze infermieristiche. “Studiamo insieme così ci aiutiamo a vicenda”.
E se non dovessimo entrare? Perché fa così paura il futuro?
“Ma c'è qualcosa di certo in questa vita?”. E ti amo ancora.

sabato 25 giugno 2011

Anima! Anima! Animatore.

Per sua fortuna o sfortuna (dipende dai punti di vista) mio padre ha sempre lavorato nel campo del turismo. Ora mi potreste benissimo dire: E allora stronzo?
No dico era una premessa per spiegarvi il titolo che ha sostituito questo: Ma quanto scassano la minchia gli animatori turistici?
In qualsiasi villaggio/albergo tu possa andare loro sono lì, che ti aspettano perché tu rappresenti la loro salvezza da una noia colossale. Sei una specie di Santo Graal, il loro tessssssssoooro.
Prima di tutto vorrei partire dal nome: animatore. Ma perché? Perché forse ci animi la giornata? Ma non penso proprio sai?! Non potevano scegliere nome meno azzeccato perché uno che ti viene a svegliare mentre dormi sotto l'ombrellone semplicemente per invitarti ad un gioco aperitivo è tutto tranne che una persona con un Anima!
Questi poveri cristi poi sono riconosciuti in tutto il mondo per la loro insistenza. Se si potesse stabilire un record di perseveranza di sicuro lo vincerebbe un animatore turistico, di questo se sono certo. Devono per forza convincerti a ballare, giocare, gareggiare tutto il giorno, come se i vacanzieri che si offrono volontari a queste meravigliose (sicuramente guarda!) attività non siano sufficienti per loro. Dico cazzo ti cambia se vengo a fare il gioco aperitivo? Tanto ci sono già 20 persone lì, il gioco non salta e lo stipendio lo stesso te lo danno. Cosa vuoi? Soldi? “Noi vogliamo solo un vostro sorriso”. Ma vattela a pija...
Vi giuro che una volta ho visto un animatore che strattonava una giovine per un braccio, costringendola a fare la tanto temuta quanto inutile Acqua Gim. Che quando si pronuncia sto nome si apre un buco al centro della piscina a mo di buco nero e tenta di risucchiare tutte le persone nel raggi di un chilometro.
C'è anche da dire che ci sono quelli a cui non gli fotte una mazza se partecipi o meno, tanto ti hanno invitato ed il loro dovere l'hanno fatto. A queste persone va il mio applauso più sincero, perché sono i primi a capire quanto possano rompere il cazzo.
Che poi vogliamo parlare di questi giochini? Personalmente credo servano solo per metterti in ridicolo, ma sono dettagli su! Quisquiglie.
Ho lasciato per ultimo l'argomento madre. La sigla del villaggio! Quella musichetta fastidiosissima che ti mettono 10^5 volte al giorno e che ti cantano in faccia con un sorriso quasi maniacale.
“Ma che minchia ci ridi! Sto chu chu a fa cagare, brutto idiota”. Certe volte ho pensato veramente che fosse una sorta di lavaggio del cervello per renderti come loro. Alla fine pensateci bene e ditemi che ne pensate: te la mettono di mattina appena sveglio così è la prima cosa che senti (potrebbe essere la prima cosa che il cervello riesce ad elaborare di mattina effettivamente), la mettono prima di qualsiasi pasto in modo che tu la canticchi mentre mangi e la mettono pure come ultimo ballo della serata così mentre ti avvii nella tua stanza non può far altro che ronzarti in testa.
Ragazzi ne sono sempre più convinto, qui c'è un complotto! Evito di parlare della coreografia perché non ne capisco niente anche se perfino un cieco direbbe che è una cagata. Ma vabbeh...
Alla fine sti ragazzi lavorano cercando di avere un sorriso sempre sulla faccia nonostante quello che gli può succedere lì al villaggio o a casa, lontana da loro. Se solo fossero un po' più permissivi, alla fine si chiama Villaggio Vacanze, non Villaggio Incazzante.

venerdì 24 giugno 2011

De corridoribus

Sono già due settimane che vado a correre la mattina e devo dire che la cosa mi piace abbastanza fondamentalmente per tre motivi: perché vedo bei panorami; perché mi rilassa e perché incontro gente assurda. Il che mi porta alla motivazione di questo post ovviamente.
In queste due settimane ho catalogato tutti i tipi di persone che ho incontrato e vorrei condividere queste mie idee con voi (che fortuna eh? Mamma mia...).
Il/La figo/a: Ci sono quelle persone che vanno a correre perché devono necessariamente farsi vedere. A loro non interessa il beneficio che si può ricavare dall'attività fisica; l'unico scopo delle loro fatiche e sorpassarti mentre stai avendo una crisi respiratoria e dirti “Ciao” con un sorriso a 40 denti e con l'aria di una persona che sta pensando: ”Ma come corri? Bah. Ma non vedi che poggi il piede sinistro con un angolatura diversa del destro?” e tu a quel ciao rispondi con un buongiorno carico di rabbia. Ti viene la bava alla bocca (e lì credo che non sia tanto per il tizio ma perché il tuo corpo ti sta dicendo “Coglione fermati! Non vorrai morire spero”) e cerchi di eguagliare il suo ritmo fallendo inesorabilmente e cadendo in una vortice di depressione cronica.
Il/La modaiolo/a: Questa categoria è quella che mi fa più pena in un certo senso e vi spiego perché. Carissima se non ce la fai, stattene a casa no? O fai tapis roulant in palestra...La verità è che ormai correre è diventato di moda; ci vanno tutti quindi perché io no? Poi cosa dovrò dire alle amiche tutte in forma? Credo che siano queste le domande che si pone la gente appartenente a questa categoria.
La cosa che mi fa più ridere è che loro fanno la maggior parte del percorso camminando, ma appena intravedono una macchina o altra gente cominciano una leggera corsetta per non farsi deridere cercando di appartenere alla prima categoria ma facendo un buco nell'acqua. “Andiamo a correre così poi lo scrivo su Facebook!”.
Gli invincibili: Ora io mi chiedo come casso sia possibile una cosa del genere?! A questa categoria appartengono quei simpatici anzianotti che sono anzianotti solo all'anagrafe praticamente. Sono letteralmente delle schegge con capigliatura più o meno argentata che ti sfrecciano accanto senza lasciare traccia facendoti spalancare la bocca e stimolando il fegato a produrre una quantità industriale di bile. Però spero che un giorno anch'io magari potrò così scattante (ahahaha si contaci!) e vitale, raggiungendo il mio limite per poi migliorarmi sempre di più.
Ma cosa abbiamo di diverso noi? Come fanno ad essere così atletici? Magari sarà colpa del computer e dell'alimentazione, beh allora fatemelo sapere che al computer ci rinuncio subito eh! Per quanto riguarda l'alimentazione discutiamone in separata sede.
I disperati: Ho lasciato per ultima questa categoria perché è la mia ovviamente. Noi siamo gente povera ok? Non rompeteci le palle quando corriamo perché in verità vi dico che non corriamo; noi strisciamo i piedi, arrancando passo dopo passo, cercando miseramente una goccia d'acqua sparsa nell'aria. Andiamo a correre per il semplice fatto che ci piacerebbe perdere qualche chiletto e magari ci scoccia lasciare dei soldi in una palestra senza avere risultati. Andiamo a correre per il semplice fatto che ci disperiamo nel vederci sempre seduti e quindi la nostra coscienza ci impone di alzare il culo. Quindi quando ci incontrate mentre corriamo lasciateci perdere, non parlateci e fate la vostra strada che noi la nostra la vediamo benissimo a causa della schiena piegata dalla fatica.
Bene quello che avevo da dire l'ho detto come al solito. Però bisogna dire che correre è proprio una cosa democratica!

giovedì 23 giugno 2011

Torna l'estate

È la prima volta dopo mesi che mi esprimo con la possibilità di andare oltre i 140 caratteri consentiti da Twitter.
Dopo una primavera piena di pioggia, vento, freddo e bunga bunga finalmente è arrivata la tanto agognata (ma non nel mio caso) estate. Tempo di mare, uscite, feste e vacanze...ma quando?
L'ultima estate serena che il mio povero mono-neurone riesce a ricordare è quella del 2007 in cui un giovane Danilo aveva appena finito il quarto anno di liceo scientifico e si apprestava a diventare un maturando. Dopo quell'anno l'estate è diventata una cosa astratta e irraggiungibile, della serie che l'invenzione del teletrasporto o l'incarcerazione di Berlusca sono delle cose nettamente più fattibili.
L'abbiamo detta tutti la frase “questa potrebbe essere l'ultima estate tranquilla” quando abbiamo finito il quarto anno delle superiori no? E se non l'avete detta beati voi.
L'anno successivo c'è la maturità quindi il povero studente si trova fino a luglio (anche fine luglio volendo) rinchiuso in quella scuola, che ormai è diventata una specie di seconda casa, a sostenere gli esami con un caldo atroce che pure la penna bic nera tra un po' ti manda a fanculo e se ne va a mare. Finita la maturità si comincia a studiare per i test d'ammissione all'università e su quest'argomento non faccio commenti perché ho una brutta esperienza alle spalle. Insomma il più è fatto visto che poi nel mondo ci sono le sessioni estive d'esame e quindi le vacanze diventano il tuo sogno erotico ricorrente.
E io? Dopo un anno e mezzo chiuso in quella specie di bunker che è la facoltà di chimica di Palermo sono punto e d'accapo. Studio per i test d'ammissione. Ma non è che me ne vanti eh, assolutamente e non mi piace nemmeno visto che magari possiate aver pensato: “No ma questo è un masochista!”
E quindi questo signori. Accogliamo quest'estate come tutte le altre; piene di serate al Bar con le solite facce di questo paese che offre poco ai suoi ciovani ma che comunque riesce a trovare un posto nei loro cuori.
Non avevo di che cazzo parlare e quindi ho scritto 'ste cavolate. Siete contenti? A presto.

martedì 8 febbraio 2011

Post Random #1

Sono le 00:20 e improvvisamente mi vien la voglia di scrivere. Di che cosa? Di mie cazzate.
Sono passate 2 settimane da quando ho lasciato l'università e sono riuscito a realizzare che veramente non faceva per me. E chi poteva immaginarlo?
Ora non mi sto rotolando nel dolore, perché non è da me e non verrei a farlo qui sinceramente. Però mi è capitato di pensare in questi giorni a quanto mi mancano i tempi facili, quelli senza decisioni significative.
Parliamoci chiaro oggi come oggi chi si sente sereno? Nessuno, o almeno non noi comuni mortali.
Il mondo è sottosopra: morti di qua, morti di là, surriscaldamento globale, calamità naturali, calamità civili...e si potrebbe pure continuare. Certe volte mi domando ma non potevamo restare delle scimmie? Ma l'evoluzione perché?
Ma per forza quel cazzo di fulmine doveva cadere proprio su un albero? Con tutto quello spazio che c'era proprio lì!
E a quel geniaccio che ha deciso un giorno, così appena alzato, di levigare la pietra, non potevano lapidarlo con la sua invenzione? Ah beata ignoranza.
Ora tornando seri, signori qui sta andando tutto a "RUBY" e non accenna a migliorare. Che sia questa la tanto famosa predizione dei Maya? Che ci abbiano fatto credere in un disastro planetario, quando invece finiremo tutti per scannarci come animali? Ai posteri l'ardua sentenza.

domenica 16 gennaio 2011

L'importanza di chiamarsi...

Siamo nel 21° secolo. Molte delle culture si sono mischiate e ne sono nate altre altrettanto belle e affascinati. Allora mi domando: “ma perché ad una creaturina bisogna dare un tale supplizio?”
E con tale supplizio mi riferisco ai nomi strambi.
Al giorno d'oggi non vanno più di moda i nomi semplici, quelli caratteristici perché sono triti e ritriti allora chiami tuo figlio con un nome del tipo Kal-El.
Si si proprio Kal-El come Superman, l'uomo che metteva le mutande sopra i pantaloni, si proprio lui. C'è la conferma qui
Che poi dico, cerchi un nome particolare? Non mettere il nome di un alieno cavolo!
Tra l'altro i nomi di oggi hanno anche una storia mediatica dietro che potrebbe influenzarci. Non ti stupire se, quando vai a cena da amici, loro tengono d'occhio il bambino con la paura che distrugga la casa solo perché si chiama Kevin. Ma non si potrebbe tornare ai nomi un po' più normali? Sono tanto belli all'udito...
Ok il cognome non si può scegliere ( e io ne sono una prova vivente purtroppo), ma perché appesantire la schiena dei pargoli scegliendo nomi assurdi? Che tra l'altro a quanto dicono fa anche male.
Tanto per raccontarne una conosco due fratelli, un ragazzo e una ragazza, che hanno lo stesso nome e mi sono sempre domandato ma i genitori avevano fumato la sera prima? No perché non credo sia tanto normale ecco. La scelta del nome è una scelta importante nella vita del loro figlio, è la prima scelta! Bisognerà pur partire bene no?

martedì 11 gennaio 2011

Bambini ormai non lo si nasce più.

Spesso mi ritrovo a riflettere sull'infanzia e non sulla mia, ma sul concetto che ho di essa. Quando finisce? E perché soprattutto?
L'infanzia dicono sia il periodo che più di tutti forma il carattere della persona e mi stupirei se non fosse altrimenti. Però oggi l'infanzia stenta a sopravvivere.
Adesso ad 8 anni sei già un ragazzino, quando prima lo diventavi a 12-13 anni e conservavi quella purezza che dovrebbe spettare a tutti. Non si inventano più storie oggi, tuttalpiù te le propinano i videogames. Perché sforzare la fantasia quando puoi avere una fantastica avventura tutta pronta nelle tue mani? Prima ai bambini si compravano le costruzioni per stimolare l'intelletto, adesso io ai bambini regalerei giocattoli, ma giocattoli veri! Soldatini, animali di stoffa, bambole e pupazzi di tutti i tipi. “Tieni figlio mio, adesso vai! Creati la tua storia, fai vivere quei personaggi, inventa paesaggi e culture solo così potrai ampliare i tuoi orizzonti”. Questo direi a mio figlio.
La perdita dell'infanzia è un qualcosa che non possiamo permetterci, la spensieratezza deve rimanere nell'animo dei nostri bambini per evitare che diventino adulti troppo presto e con troppo stress.
Inutile dire che prima o poi quel lato che non è stato sfamato pretenderà la sua parte ed ormai sarà troppo tardi, così ci ritroveremo adulti papponi incapaci di prendere decisioni.
Credo fermamente che i nostri bambini abbiano troppe distrazioni malsane (tv, computer, videogames, ecc...) e ogni volta mi rattristo vedendo qualche bambino che non ha mai inventato una storia nei suoi giochi.

lunedì 10 gennaio 2011

Non saper cosa dire.

Adesso che ho per sommi capi finito la parte grafica del blog non riesco proprio a trovare qualcosa da dire, il che è normale e legittimo in questo periodo oserei dire. Forse diciamo troppo a volte, e credo di potermi permettere di elidere il forse dalla frase precedente.
Il fatto che possiamo parlare di qualsiasi cosa ci è stato tramandato da qualcuno? No perché mi piacerebbe tanto conoscerlo il Tizio per dirgli due cosette. Diciamo troppo su troppe cose e spesso i nostri commenti non sono del tutto pertinenti o non lo sono per niente.
Vi propongo un episodio che (ahimè!) si ripete molto frequentemente. Quante volte abbiamo visto la mano del giornalista sorreggere il microfono come se fosse la fiaccola olimpica e chiedere, ad un viso distrutto dal dolore, l'unica domanda proibita: "Come si sente?" Cosa da farci sfoderare le scimitarre e cominciare una battaglia all'ultimo sangue (ed evito di commentare la faccia di cera che assume una certa “presentatrice” di Canale 5 di fronte alle tragedie più strazianti).
Ma la colpa non è nostra, la colpa è di coloro che ci plasmano. Ci stiamo abituando a troppa violenza e volgarità perdendo quel briciolo di pudore e umanità che ci dovrebbe tenere uniti.

Al principio vi fu questo...


Non sono mai uscito dall'Italia, devo dirlo, e conosco il quartiere francese solo tramite le descrizioni di Pennac, ed è proprio uno dei suoi personaggi principali, Benjamin Malaussène, che mi è entrato nel cuore. Perché alla fine vuoi o non vuoi, ti affezioni pure a qualcuno o a qualcosa che esiste in un mondo completamente astratto, ma che tu lo senti reale.
Si crea un legame veramente strano tra la nostra persona e quel qualcos'altro che può essere il personaggio di un libro, come in questo caso, il soggetto di una canzone, il protagonista di un film eccetera, eccetera...Quindi vorrei ricreare qui la mia Belleville, piena di tutto me stesso.