martedì 5 luglio 2011

Qualcosa sotto la porta

“Ciao Danilo come stai? Forse non ti ricorderai affatto di me, ma ci conosciamo da sempre.
Ti scrivo questa lettera perché sono abbastanza incazzata con te. Non mi dai un minimo d'attenzione nonostante io ci sia sempre per te!
Ci sono stata quando a sei anni stavi morendo su quel letto d'ospedale sai? Purtroppo dei medici incompetenti ti curavano male, anche se il verbo curare non è proprio corretto da scrivere visto che a poco a poco ti andavi spegnendo.
Mi ricordo che i tuoi genitori cercavano di farti camminare, ma tu ormai non riuscivi a muovere nemmeno gli occhi che erano diventati ciechi, privi di vita come le orecchie che non percepivano nemmeno il più forte dei rumori.
Pensavi di essere solo quella notte in ospedale, quando non riuscivi a smettere di vomitare e gli infermieri ti guardavano sdegnati dall'uscio della porta mentre tu tra un conato e l'altro pensavi “Ma dov'è la mamma?”. Io c'ero.
E poi finalmente riuscirono a capire illuminati da non so cosa, che la tua non poteva essere una semplice varicella. E allora ti curarono dopo un mese d'inferno e ti permisero di tornare a casa, anche se dopo 2 settimane ci tornasti in quell'ospedale per una ricaduta. Ormai il danno era fatto sai? Ti avevano distrutto il sistema immunitario. E ricordo bene le tue urla nei due anni successivi quando due volte al giorno dovevi fare quelle fastidiose punture per evitare che ogni raffreddore non si trasformasse in qualcosa di peggio. Ma tu, giustamente mi viene da pensare, non mi vedevi.
E non sai quanto ho pregato affinché tutto questo tu lo potessi dimenticare, e per fortuna è stato così. Anche se quando entri in quello stesso ospedale lo vedo che hai dei brividi. Pensi che non me ne sia accorta?
C'ero anche quando è nata tua sorella e non potevi stare fermo dalla gioia. Nove anni da solo e finalmente avevi una compagnia in casa.
L'hai cresciuta tu e ormai è una bella signorina, vanne fiero.
Ah e ti ricordi quando quella volta ti mettesti contro i professori in seconda media? Per il semplice fatto che tu abbia dato risposta ad una domanda che vi fece la prof di matematica: “Ma perché coi vostri genitori siete tanto bravi e qui sembrate dei porci?”
Tu lo sapevi che eravate un po' discoli, ma quella parola l'hai sempre odiata. Porci, bestie...ma come si permette?
“Perché i nostri genitori possono picchiarci, lei invece se ci prova viene licenziata”. Hai detto proprio così tra i tuoi compagni che tenevano la bocca chiusa per paura di prendersi un'insufficienza nel prossimo compito. I prof la presero sul personale e tu rimanesti solo, perché tu avevi risposto alla professoressa e “se vedono che socializziamo con te se la possono prendere pure con noi”. Due anni di merda sono stati, lo so. La scuola andava male perché ormai quella prof ti aveva messo tutti gli insegnanti contro e ti aveva fatto passare per una persona disturbata, dall'altra parte non avevi amici. Ma ti prendesti una piccola rivincita all'esame di matematica, quando la prof vedendoti consegnare il foglio bianco ti chiese spiegazioni e tu davanti al presidente esterno le dicesti: Non ci ha insegnato niente per 3 anni come pretende che io scriva qualcosa su quel compito. Ah soddisfazione, temevi la bocciatura ma ce l'hai fatta!
C'ero anche quando sei cresciuto, forte nei tuoi ideali e principi. C'ero al liceo e ho visto quanto ti piaceva la tua vita lì, con delle persone che ti volevano e vogliono tutt'ora un bene dell'anima.
“Signor Inchiappa se suo figlio cambia sezione, io che vado ad insegnare in quella classe?” disse questo a tuo padre la tua prof di biologia, quando le disse che volevi cambiare classe. Ne eri orgoglioso no?
E c'ero pure quando poco tempo fa quando lasciasti l'università amareggiato e sconfitto, cercando di capire cosa volessi fare nella vita.
Eppure non mi hai mai degnata di uno sguardo, MAI! Hai la mente da scienziato tu e credi solo a quello che vedi, esamini e rielabori i tuoi dati. Ma visto che io ci sono sempre stata per te che ne diresti di darmi un po' di pace e di occuparti un po' di me? Ti prego.
Sempre tua...
la tua Anima.”

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