lunedì 10 gennaio 2011

Non saper cosa dire.

Adesso che ho per sommi capi finito la parte grafica del blog non riesco proprio a trovare qualcosa da dire, il che è normale e legittimo in questo periodo oserei dire. Forse diciamo troppo a volte, e credo di potermi permettere di elidere il forse dalla frase precedente.
Il fatto che possiamo parlare di qualsiasi cosa ci è stato tramandato da qualcuno? No perché mi piacerebbe tanto conoscerlo il Tizio per dirgli due cosette. Diciamo troppo su troppe cose e spesso i nostri commenti non sono del tutto pertinenti o non lo sono per niente.
Vi propongo un episodio che (ahimè!) si ripete molto frequentemente. Quante volte abbiamo visto la mano del giornalista sorreggere il microfono come se fosse la fiaccola olimpica e chiedere, ad un viso distrutto dal dolore, l'unica domanda proibita: "Come si sente?" Cosa da farci sfoderare le scimitarre e cominciare una battaglia all'ultimo sangue (ed evito di commentare la faccia di cera che assume una certa “presentatrice” di Canale 5 di fronte alle tragedie più strazianti).
Ma la colpa non è nostra, la colpa è di coloro che ci plasmano. Ci stiamo abituando a troppa violenza e volgarità perdendo quel briciolo di pudore e umanità che ci dovrebbe tenere uniti.

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